SPRAWL VS DENSIFICAZIONE
La densificazione può essere vista come una soluzione a problemi di natura sia urbanistica che architettonica. Purtroppo il problema dello sprawl o città diffusa
(http://it.wikipedia.org/wiki/Città_diffusa) in Veneto è particolarmente sentito e interessa l'area suburbana compresa tra Treviso, Vicenza, Venezia, e Padova. Questa macro area spesso viene paragonata all'espansione suburbana di Los Angeles. Infatti la zona suburbana di città come Los Angeles, Chicago, Atlanta, Washington ed altre si presenta come un tappeto di casette unifamiliari spesso standardizzate e ripetute ossessivamente.
Tralasciando le motivazioni antropo-culturali che innescano il meccanismo dell'edificazione a bassa densità, si possono delineare delle caratterizzazioni ben precise di "users" finali, i quali non solo sono convinti che questa tipologia di abitare sia sinonimo di benessere, ma non si rendono conto dell'insostenibilità ambientale di questa cementificazione selvaggia. Anche le classi sociali meno abbienti sono portate ad emulare il modello delle casette unifamiliari, e puntano a questo tipo di abitare.
Quindi la somma di casetta, spesso ad un piano con soffitta mansardata, più fazzoletto verde perimetrale diventa uno status simbol.
Le problematiche che derivano dalla città diffusa sono più che mai attuali e vanno aumentando pari passo con l'espansione di quest'ultima sul territorio. In particolare questa zona suburbana spesso definita come centro/senza centro non ha servizi, dunque chi ci abita è costretto a muoversi in macchina. Lo schema base di questa tipologia di urbanizzazione prevede l'espansione incontrollata della zona residenziale e la concentrazione dei servizi in grandi centri commerciali polifunzionali. Questi centri raggiungibili con mezzi motorizzati e muniti di una vastissima area-parcheggio, sostituiscono la piazza. A questo punto si può capire come la zona pubblica, che dovrebbe avere valenza sociale, in questo modo prenda valenza commerciale.
Aumentano così da una parte l'inquinamento e dall'altra il malessere diffuso dovuto a uno stress psicologico creato dal traffico e da una vita frenetica basata sul consumismo.
Ciò in America ha determinato un sostanziale incremento di patologie legate a questo stile di vita tra cui l'obesità in tutte le fasce d'età.(http://www.youtube.com/watch?v=Z99FHvVt1G4)
Questo modello di espansione che si basa sull'ingurgitare territorio e vomitare inquinamento può essere metaforicamente definito "bulimia urbana" e come tale rappresenta una malattia che agisce in primo luogo sulla psiche. Infatti questa idea di indipendenza da vincoli condominiali resa possibile dalla casetta unifamiliare non è altro che la risultante di una serie di congetture progettuali per dare l'idea di non vivere in città.
Basta dare un occhio a una qualsiasi zona rurale per rendersi conto di cosa voglia dire non vivere in città. Qui anche le pratiche rispecchiano lo stile di vita, a stretto contatto col territorio (allevamento, agricoltura). Dato che chi abita nelle zone suburbane per la maggior parte ha uno stile di vita urbanizzato più che rurale, la mia domanda allora è: perchè se voglio avere tutte le comodità della città vado a vivere in un posto che è ai margini della città e dove la mia privacy è rispettata tanto quanto in città ?
L'assenza di servizi e di spazio pubblico rende asettico questo paesaggio, dunque sorge una seconda domanda: privilegiamo l'idea di abitare o l'abitare vero e proprio ?
Nel senso: "Sono a metà strada tra la campagna e la città mi sembra di viverci bene, anche se comunque per muovermi dipendo dalla macchina e per prendermi la mia indipendenza devo erigere delle siepi tipo muri verdi e oltretutto se il mio vicino che abita a dieci metri da me invade il mio territorio sono pronto a denunciarlo."
Tralasciando le motivazioni antropo-culturali che innescano il meccanismo dell'edificazione a bassa densità, si possono delineare delle caratterizzazioni ben precise di "users" finali, i quali non solo sono convinti che questa tipologia di abitare sia sinonimo di benessere, ma non si rendono conto dell'insostenibilità ambientale di questa cementificazione selvaggia. Anche le classi sociali meno abbienti sono portate ad emulare il modello delle casette unifamiliari, e puntano a questo tipo di abitare.
Quindi la somma di casetta, spesso ad un piano con soffitta mansardata, più fazzoletto verde perimetrale diventa uno status simbol.
Le problematiche che derivano dalla città diffusa sono più che mai attuali e vanno aumentando pari passo con l'espansione di quest'ultima sul territorio. In particolare questa zona suburbana spesso definita come centro/senza centro non ha servizi, dunque chi ci abita è costretto a muoversi in macchina. Lo schema base di questa tipologia di urbanizzazione prevede l'espansione incontrollata della zona residenziale e la concentrazione dei servizi in grandi centri commerciali polifunzionali. Questi centri raggiungibili con mezzi motorizzati e muniti di una vastissima area-parcheggio, sostituiscono la piazza. A questo punto si può capire come la zona pubblica, che dovrebbe avere valenza sociale, in questo modo prenda valenza commerciale.
Aumentano così da una parte l'inquinamento e dall'altra il malessere diffuso dovuto a uno stress psicologico creato dal traffico e da una vita frenetica basata sul consumismo.
Ciò in America ha determinato un sostanziale incremento di patologie legate a questo stile di vita tra cui l'obesità in tutte le fasce d'età.(http://www.youtube.com/watch?v=Z99FHvVt1G4)
Questo modello di espansione che si basa sull'ingurgitare territorio e vomitare inquinamento può essere metaforicamente definito "bulimia urbana" e come tale rappresenta una malattia che agisce in primo luogo sulla psiche. Infatti questa idea di indipendenza da vincoli condominiali resa possibile dalla casetta unifamiliare non è altro che la risultante di una serie di congetture progettuali per dare l'idea di non vivere in città.
Basta dare un occhio a una qualsiasi zona rurale per rendersi conto di cosa voglia dire non vivere in città. Qui anche le pratiche rispecchiano lo stile di vita, a stretto contatto col territorio (allevamento, agricoltura). Dato che chi abita nelle zone suburbane per la maggior parte ha uno stile di vita urbanizzato più che rurale, la mia domanda allora è: perchè se voglio avere tutte le comodità della città vado a vivere in un posto che è ai margini della città e dove la mia privacy è rispettata tanto quanto in città ?
L'assenza di servizi e di spazio pubblico rende asettico questo paesaggio, dunque sorge una seconda domanda: privilegiamo l'idea di abitare o l'abitare vero e proprio ?
Nel senso: "Sono a metà strada tra la campagna e la città mi sembra di viverci bene, anche se comunque per muovermi dipendo dalla macchina e per prendermi la mia indipendenza devo erigere delle siepi tipo muri verdi e oltretutto se il mio vicino che abita a dieci metri da me invade il mio territorio sono pronto a denunciarlo."
L'idea di densificazione è: se quei dieci metri tra casa "mia" e casa "sua" venissero azzerati e se componessimo le unità abitative creando dei vuoti, dei percorsi e dei giardini senza dubbio vivremmo in un ambiente più interessante; pisteciclabili, parchi e piazze farebbero da contesto e lo spazio pubblico diventerebbe fondamentale. Per dare l'idea di indipendenza bisognerebbe ricorrere comunque a escamotage progettuali e probabilmente non si riuscirebbe a soddisfare il mito della villa isolata in collina. Però si raggiungerebbe un miglior compromesso tra zona suburbana e sostenibilità ambientale. Gli scenari allora cambierebbero radicalmente e anche l'idea di centro commerciale andrebbe a sfumare inglobandosi nell'area urbana, così si rallenterebbe l'espansione del territorio.
Su scala urbanistica potrebbero essere sfruttati spazi di risulta ( termine che deriva dal tecnico mondo dei geometri, e sta ad indicare quella porzione di una casa che, volontariamente o involontariamente, diventa angusta ma spesso prezioso ripostiglio) e aree in degrado, lavorando in economia di spazi. L'idea di costruire riducendo lo sfruttamento del territorio e aumentando la densità, potrebbe cambiare non solo il modo di abitare, ma anche il modo di vivere.
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